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Categories: Fashion News

Gai Mattiolo assolto, crollano le accuse: “Dovrà essere restituito quanto era stato sequestrato”

Cadute tutte le accuse nei confronti di Gai Mattiolo: giudici della X sezione penale del tribunale di Roma assolvono lo stilista messo alla sbarra per bancarotta. Il processo in cui Mattiolo è stato coinvolto insieme a Giancarlo Tabegna, l’avvocato di fiducia (ripudiato da Mattiolo qualche mese prima che scoppiasse lo scandalo), e Franco Sciunnacche, l’amministratore, culminò nel dicembre 2008 quando il designer venne arrestato e messo poi, per 90 giorni, agli arresti domicliari. Secondo l’accusa, Mattiolo, Tabegna e Sciunnacche sarebbero stati responsabili di un crac da oltre un milione di euro e di sfruttamento commerciale dei marchi Gai Mattiolo in Italia e all’estero del valore di centinaia di migliaia di euro.

LEGGI ANCHE LA PROCURA CHIEDE 4 ANNI E 4 MESI PER GAI MATTIOLO

Oggi, 27 aprile, l’assoluzione. “Adesso, come stabilito dal tribunale – ha spiegato la difesa nella persona di Domenico Leto – dovrà essere restituito tutto quanto era stato sequestrato. Questa decisione restituisce un po’ di giustizia al mio assistito“. Assolti anche Christian Goeccking ed Alain Jodry per cui l’accusa aveva chiesto una condanna a 1 anno e due mesi. Assolti pure Giada Mattiolo, Attilio Vaccari e Alessandro Nicolais. Per la bancarotta preferenziale dell’azienda di moda Gai Mattiolo, il pubblico ministero Luca Tescaroli aveva chiesto ai giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma 4 anni e 4 mesi per lo stilista, 4 anni e 8 mesi per l’avvocato e 2 anni e mezzo per l’amministratore.

Dopo sette anni dall’arresto di Mattiolo, il processo si risolve in una assoluzione completa di tutti gli imputati. Ora si aspetta l’appello, ma il castello accusatorio, alla fine, si è rivelato un castello di sabbia crollato con una camera di consiglio durata circa 30 minuti. Un capitolo buio nella storia dello stilista romano che, tuttavia, non ha mai smesso di credere nel decorso della giustizia. In occasione dell’ultimo appello, infatti, aveva dichiarato: “Da quando è iniziata questa vicenda, nel 2008, ho continuato a lavorare e ad avere successo. Confido che la giustizia emerga e io possa continuare a lavorare tranquillamente”.

Redazione

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