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Categories: Fashion News

Sabrina Persechino, “l’essenzialità è qualità”

E’ una massima del designer tedesco Mies van der Roche, “Less is more” che la stilista ha trasformato in essenza della sua nuova collezione Autunno/Inverno 2016/2017: tagli sofisticati, rigore e preziosità di tessuti e decori sono gli elementi salienti, e vincenti, di questi capi che hanno incantato la platea. Applausi per l’abito da sposa, così minimal, così chic, con velo delicato orlato di preziosi ricami.

Onestà materiale e integrità strutturale: questa la ricerca che la stilista-architetto Sabrina Persechino ha messo in atto per la sua nuova collezione autunno/inverno 2016/2017 presentata durante Altaroma al “The Church Palace Hotel” sull’Aurelia davanti a una platea di invitati celebri e professionisti del settore. “Mono Tona” il titolo, perché in matematica una “Funzione Monotòna”  è una funzione che mantiene l’ordinamento tra insiemi ordinati. E proprio come in un insieme matematico che ha come base il nero, la Persechino ha dato vita a una “funzione monotòna decrescente” sottraendo il nero per arrivare al bianco attraverso le “texture” grigie.

Semplice ed essenziale lo stile, con volumi regolari e “monolitici” ispirati all’architettura minimalista. “Less is more” diventa così la formula base di ogni creazione. La ricerca del minimalismo e lo stile del particolare architettonico sono stati tradotti sugli abiti in un sofisticato “rigore” che è espressione di eleganza formale, ordine compositivo, raffinatezza, equilibrio fra le parti. E anche se in alcuni outfit il rigore sfiora l’austerità, non per questo il risultato è meno elegante o femminile. Preziosi i tessuti tra cui il cachemire, faille, pelle lamè, spalmati, tasmanie: la tridimensionalità apparente valorizza ogni capo anche nella sensazione tattile. Bellissimi i capi in lucide paillettes di varie sfumature di grigio anche se dedicati essenzialmente alle magrissime.

Trattandosi di architettura minimalista, non poteva mancare un riferimento alla cultura giapponese. Da qui proprio quegli abiti di paillettes con lievi accenni alle maniche dei kimoni orientali che tanti applausi hanno strappato soprattutto agli ospiti stranieri. Semplice ma lussuosissimo l’abito da sposa con profonda scollatura, volumi contenuti e linee “pulite”. A completare l’insieme nuziale un ricco diadema su capelli raccolti, un impalpabile velo con strascico orlato da decorazioni tono su tono e un delizioso “anello-bouquet” che ha regalato al capo un tocco di romanticismo senza appesantire l’insieme.

 

Stefania Fiorucci

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Stefania Fiorucci

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