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Dior Haute Couture PE 2017, il debutto incantato di Maria Grazia Chiuri

Al Musée Rodin a Parigi ha sfilato la collezione primavera estate 2017 firmata Maria Grazia Chiuri per Dior; il debutto è stato una pura magia tra l’esaltazione dell’artigianato e il rispetto dei codici Dior

Una location da sogno e un mood fiabesco: ecco il risultato della sfilata parigina al Musée Rodin per la collezione Haute Couture Primavera Estate 2017 di Dior che ha segnato il debutto della firma italiana di Maria Grazia Chiuri. Il front row come consuetudine, ha visto la presenza di attrici quali Kirsten Dunst e Diane Kruger, Anna Wintour e Suzy Menkes. Gli abiti presentati sembrano rappresentare una fiaba; la location ricordava un mondo incantato, a metà tra il bosco di Biancaneve e il Giardino di Alice nel Paese delle Meraviglie. Per celebrare i 70 anni della maison, tanti sono i richiami e gli omaggi a monsieur Christian Dior; “Le pietre, gli alberi, gli esseri, un gesto meccanico, un raggio di luce trasmettono piccoli messaggi frammentati da cogliere all’istante”, scriveva nelle sue memorie; e la Chiuri si ispira proprio alle pietre, agli alberi e ad un mondo fantastico.

Tessuti luminosi e fantasie romantiche hanno fatto da padrone in passerella; l’occhio cade sicuramente su gli eclettici copricapi che ricordano corone di fiori alla Frida Kahlo, piume eleganti e le Bar Jacket iconiche della maison proposte con un cappuccio che riporta subito al candido allure delle favole. I colori predominanti sono pastello, delicati e dai toni caldi; il pizzo e il tulle ricordano le nuvole e le modelle sembrano tutte le protagoniste di una fiaba ultra chic. Per il suo debutto con l’Haute Couture la Chiuri, che a settembre aveva incentrato la collezione su messaggi di emancipazione femminista, si concentra sulla femminilità e la sensualità pensata per il corpo femminile, insegnando che l’alta moda è creata per sognare

“Ho pensato questa collezione come fosse un sogno, un viaggio dentro un giardino a labirinto in cui si svolge una festa in maschera“, racconta la stilista. “È una suggestione che viene soprattutto dal mio continuo studio di Christian Dior. Più mi avventuro dentro la sua vita, più scopro angoli che non conoscevo. Ho un senso di dovere e di rispetto verso questa storia. C’è molto della scenografia francese in questa collezione e allo stesso tempo c’è il mio culto italiano per l’artigianato e per il lavoro d’atelier”.

Photo Credits: Dior

Gaia Cavalluzzo

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Gaia Cavalluzzo

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