Coop Manfield, un’italiana a Londra, amante della fotografia e della moda, di lei colpisce la personalità decisa e intraprendente…
Apre le porte del suo “atelier” a Velvet Style e ci racconta qualcosa in più sulla sua vita…
Giovanissima, con una spiccata passione per la moda e la fotografica, quando e come il tuo blog diventa il tuo impegno quotidiano?
Per spiegartela meglio, ”The Atelier” è un po’ come la cosiddetta storia del barattolo. In un barattolo vuoto non entrano le palline da golf se lo riempi di sabbia in principio, al contrario la sabbia invece si farà strada nel barattolo e vi entrerà se verranno immerse prima le palline da golf.
Ecco, è un po’ così anche per questo blog. Prima penso alle cose importanti come l’università e il mio futuro, sono queste le mie ”palline da golf” (ride ndr).
Ed è proprio per questo che il mio blog non è mai un impegno quotidiano, semplicemente perché non è un impegno a tutti gli effetti. Non è un lavoro, è solo il mezzo che mi consente di esprimere al meglio le mie passioni.
Il web-journalism, il blogging…sono sistemi che ti permettono di condividere ciò che ti piace e ciò che non ti piace, ma soprattutto ti danno la possibilità di raccontarti.
The Atelier è il titolo del tuo blog, ci spieghi perché la scelta di questo nome?
Un atelier è un laboratorio, ma ha un significato piuttosto vago in quanto una ”bottega” può essere il luogo di lavoro sia di un pittore che di un fotografo… o ancora di uno stilista.
La scelta del nome è stata fatta proprio perché non ho voluto dare un’etichetta al mio blog.
Non parlo solo di moda ma di tutto ciò che m’interessa: dalla fotografia, alla musica, alle mostre appena visitate…
Nei tuoi look sei sempre originale ed impeccabile, cosa non manca mai nell’armadio di Coop?
Non può mai mancare la boyfriend jacket (quindi una giacca dal taglio maschile), la maglietta bianca semplice e il Levi’s.
Sono queste le tre cose che avrò sempre nel mio armadio.
Italiana di origine ma vivi a Londra, cosa ti manca di più dell’Italia?
Mi mancano il sole e il cibo di Napoli naturalmente. Ma sono fortunata: Londra è una città che offre molto ai giovani e ho avuto un grande appoggio da parte dei miei genitori per riuscire a fare questa esperienza di vita.
L’anno prossimo mi trasferirò a Milano perché è la città più adatta rispetto a ciò che ho intenzione di fare.
Parliamo di stile, trovi delle differenze tra lo stile inglese e quello italiano in fatto di moda?
Non c’è un vero e proprio stile inglese, avendo un’ampia scelta di brand,soprattutto per quanto riguarda l’highstreet, nessuno si concentra in maniera maniacale sui marchi che noi italiani chiamiamo ”importanti”. Diventa interessante perché ognuno esprime la propria personalità nel modo di vestire.
Lo stile italiano è famoso in tutto il mondo: l’eleganza italiana è ormai una questione nazionale se così si può dire. L’economia del nostro Paese è portata avanti soprattutto dai grandi stilisti che tengono alta la nostra bandiera.
Forse la differenza si ha nel fatto che Londra, essendo più distaccata da una forte tradizione nel campo della moda, segue meno determinati canoni, di conseguenza si ha più varietà.
Quali sono i prossimi progetti in programma?
L’anno prossimo mi trasferirò a Milano per studiare alla Marangoni. Ho scelto ”fashion business” perché il mio scopo è di fare in seguito un Master che mi aprirà le strade per lavorare nel Forecasting.
Per quanto riguarda ”The Atelier” invece, fin quando non si stancherà lui stesso di me, non lo mollo.
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