Gai Mattiolo coinvolto insieme ad altri sette esponenti del suo staff in un’inchiesta su una bancarotta da un milione e mezzo di euro. In realtà la vicenda è iniziata 7 anni fa con una denuncia da parte dello stesso stilista. Venne arrestato il 5 dicembre di quell’anno e tornò in libertà nel marzo del 2009.
Il pm Luca Tescaroli avrebbe perseguito la linea del carcere ma allora il gip di Roma Donatella Pavone, preferì adottare gli arresti domiciliari. “Sono tranquillo. Confido nella giustizia, che faccia il suo corso – dice Mattiolo – e chiarisca questa antipatica situazione. Del resto tutto è partito nel 2008 con una mia denuncia per appropriazione indebita delle quote della società che deteneva il mio marchio”. La Procura di Roma ha chiesto per lui una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione.
Il designer, quindi, è coinvolto nell’inchiesta insieme al suo staff. Gli imputati dovranno rispondere, in base alle posizioni, di bancarotta distrattiva e bancarotta fraudolenta. L’accusa, infatti, ha chiesto 4 anni e 8 mesi di carcere per Giancarlo Tabegna, il legale di Mattiolo, 2 anni e 6 mesi per l’amministratore Franco Schiunnacche e 1 anno e 2 mesi di reclusione per i consiglieri Christian Goeccking ed Alain Jodry.
Lo stilista, nelle dichiarazioni ufficiali, si dice abbastanza sereno: “Ho piena fiducia nella magistratura perché ho dato io stesso il via all’inchiesta. Infatti continuo a lavorare usando il mio marchio visto che il tribunale stesso mi ha permesso di continuare a fare il mio lavoro“.
Il fashion designer, infatti, non ha smesso di creare le sue collezioni e ad essere protagonista di sfilate ed eventi di moda: “Ho sempre continuato a lavorare in questi anni con successo – conclude Mattiolo – e continuo a farlo perché so di essere dalla parte della ragione e di essere stato raggirato”.