Giorgia De Franceschi e Accademia del Lusso: “Nel mio lavoro tutto è ispirazione”

25 anni e un amore per la moda nato per caso, come tutte le cose più belle della vita: un incontro con una designer spagnola e una scintilla che le ha aperto gli occhi e una nuova strada. Giorgia De Franceschi ha studiato all’Accademia del Lusso di Treviso. Poi è inizata la gavetta: stagista, assistente e ora stilista. Sogna di disegnare una collezione per bambini e di lavorare, un giorno, per un marchio Made in Italy…

C’è un episodio in particolare nella tua vita che ha segnato una svolta e ti ha indirizzato verso questo mondo?
Tutto è iniziato quando, casualmente, ho avuto l’opportunità di conoscere una stilista spagnola: mi ha fatto vedere il suo atelier e, avvolta da quella magica atmosfera, dentro di me è scattata una scintilla. In realtà, il mio percorso scolastico era molto lontano da tutto ciò, così dopo la maturità ho deciso di iscrivermi all’Accademia del Lusso e il mio sogno ha iniziato a concretizzarsi.

Qual è stata l’esperienza più bella fino a questo momento?
L’esposizione della mia prima collezione a Pitti Immagine: un’esperienza unica! Buyers da tutto il mondo si complimentano per il tuo stile, per la collezione, il tuo gusto, apprezzano il duro lavoro. Sono esperienze che ti fanno capire che davvero questo è il tuo mondo e ti danno l’entusiasmo per fare sempre meglio.

Accademia del Lusso: raccontaci com’è stato.
Ho iniziato senza nessuna competenza in merito di moda. La scuola è stata fondamentale per darmi nozioni e competenze per entrare nel mondo del lavoro in questo settore. È stata un’esperienza molto stimolante: lezione dopo lezione mi appassionavo sempre di più e, grazie ad insegnanti competenti e professionisti, notavo i miei miglioramenti e le mie crescite. Partecipando a concorsi nazionali, proposti da Accademia Del Lusso, mi sono messa in gioco, ottenendo spesso riconoscimenti e premiazioni. E poi indimenticabile è stata l’opportunità da parte della scuola di creare degli abiti per la sfilata di moda “Abissi lunari” tenutasi a Treviso, in piazza dei Signori: un’emozione fortissima!

Sei entrata nella scuola da “profana”, cosa ti ha stupito di più del dietro le quinte?
Mi ha stupito la complessa organizzazione che sta dietro la produzione di una collezione.
Dalla ricerca delle tendenze, di tessuti e accessori a tutti i mille passaggi fino ad arrivare allo shooting finale. È un mondo molto complesso che richiede alta professionalità, ma allo stesso tempo molto affascinante e travolgente.

In Francia si discute di un emendamento favorevole a punire chi esalta l’eccessiva magrezza delle modelle. Che ne pensi?
Penso sia assolutamente giusto. Sono contraria all’idea di trasmettere modelli sociali non compatibili con la salute e che arrechino danni fisici e psicologici a giovani ragazze che cercano a tutti i costi di imitarle. È inaccettabile propagandare l’anoressia, il rifiuto del cibo e il culto ossessivo della magrezza per scopi commerciali: questa mentalità deve cambiare perché porta solo a gravi danni. Promuovere la salute, mangiare sano, sentirsi in armonia con il proprio corpo, siano valori molto più importanti a cui anche il mondo della moda dovrebbe prestare attenzione e, di conseguenza, diffonderle nella società con un giusto messaggio: forse, così, molte persone non si sentirebbero inadeguate.

Viviamo nell’epoca delle curvy, credi la moda stia cambiando direzione?
Sì, penso si stia dirigendo verso una maggior consapevolezza, un’accettazione: perché ognuna di noi è perfetta e non deve essere giudicata per una taglia.

Cosa ti ispira nel tuo lavoro?
Nel mio lavoro tutto è ispirazione: viaggiare, confrontarsi con culture diverse, ma anche passeggiare per le strade, visitare a mostre d’arte. Un dettaglio può essere uno spunto per un nuovo capo, per una nuova collezione.

Se potessi sognare ad occhi aperti con chi ti piacerebbe lavorare?
Il mio sogno più grande (non l’ho mai detto a nessuno) sarebbe creare una linea bambino/a per una grande azienda italiana di Made in Italy Uomo Donna che ammiro molto e considero tra le migliori, sia come stile, sia come professionalità e filosofia di vita e lavorativa. È Brunello Cuccinelli… magari legge quest’intervista e valuta la mia proposta!

Cosa deve avere un abito per farsi notare?
Deve essere il risultato di sinergie impeccabili: partendo dal tessuto di qualità, mai banale, ma rivisitato, lo stile fresco col dettaglio giusto in modo da creare undesiderio nel possibile acquirente. E poi infine una confezione perfetta che trasmetta armonia.

Come definiresti il tuo stile?
Il mio stile è raffinato, segue i trend del momento senza mai esserne soffocato e perdere la sua identità; eclettico, attento alla ricerca e all’innovazione e, allo stesso tempo, riconoscibile per un’originalità che nasce da un’attenzione particolare a creare un giusto equilibrio di cromatismi, linee e dettagli.

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