Richard Sapper, morto il designer ed architetto che disse di ‘no’ a Steve Jobs

E’ scomparso lo scorso 31 dicembre ad ottantatré anni Richard Sapper, considerato uno dei designer più importanti della sua generazione. L’architetto e designer tedesco ha lavorato quasi esclusivamente nel nostro Paese e ha ricevuto molti premi internazionali, come per esempio ben dieci Compasso d’Oro (il più antico e prestigioso premio di disegno industriale al mondo assegnato dall’Associazione Disegno Industriale) ottenuti fra il 1960 ed il 2000 (senza contare il premio alla carriera del 2014). Sicuramente Sapper viene ricordato per quel famoso ‘no’ detto proprio a Steve Jobs. “Certo che mi dispiace – ha dichiarato nel giugno del 2013 attraverso un’intervista alla rivista online Dezeen – la persona che ha occupato il mio posto guadagna trenta milioni di dollari l’anno, come non pentirsene“.

Jobs voleva assumerlo per progettare il design dei computer, tuttavia Sapper non aveva proprio voglia di andare in California e quindi di abbandonare i progetti ai quali stava già lavorando da tempo. “Apple non era all’epoca una grande società – ha continuato – era solo un piccolo produttore di computer; ero comunque molto interessato, ma avevo tra le altre cose un contratto in esclusiva con IBM“. Non ci stupiamo affatto di queste sue affermazioni, visto che tutta la sua carriera è stata legata principalmente alla città di Milano, confrontandosi e collaborando con tutte le figure professionali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi. I suoi prodotti (un mix fra purità di forma ed innovazione tecnica) sono presenti nelle collezioni di molti musei come il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra e – ovviamente – il Triennale Design Museum della città meneghina.

Tra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo la radio cubo per Brionvega, la lampada da tavolo Tizio per Artemide, le sedie per Kartell, la caffettiera espresso 9090 e la bicicletta pieghevole Zoombike per Elettromontaggi, entrambi per Alessi.

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