Scontro tra Fendi e mondo gay: “Il Colosseo Quadrato è nostro, a Roma niente gay pride”

La nota casa di moda italiana ha diffidato i promotori del Gay Pride di Roma (in programma per sabato 11 giugno) nel ricorrere al Palazzo della Civiltà italiana, conosciuto anche come Colosseo Quadrato, per promuovere l’evento. Il brand ha il proprio quartier generale nel monumento della Capitale e ora avanza qualche pretesa…

Sabato 11 giugno 2016 la Capitale ospiterà la manifestazione del gay pride. In rete e sui media circolano già diverse foto volte a promuovere l’evento e proprio questi scatti hanno suscitato le ire della casa di moda Fendi: lo sfondo infatti è il riconoscibilissimo Colosseo Quadrato dell’Eur, diventato da qualche anno il quartier generale del brand. Questo fatto deve aver legittimato in qualche modo la dirigenza a sentirsi ‘proprietaria del monumento’, tanto da spingerla a inviare una lettera al Coordinamento Roma Pride.

Nella lettera Fendi sostiene che il Colosseo Quadrato è del brand e che ne sia stato fatto un uso improprio, visto che la maison è la licenziataria esclusiva del palazzo. Gli scatti utilizzati per promuovere il gay pride sono stati fatti proprio davanti al monumento romano e Fendi ha chiesto il ritiro e la distruzione di tutto il materiale cartaceo utilizzato fino a questo momento, pena il ricorso a vie legali.

Scontro tra Fendi e Roma a causa del gay pride: "Il Colosseo Quadrato è nostro"
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli è stato il primo a divulgare la lettera e ad opporsi alla sua attuazione. In rete le polemiche e le critiche sono cominciate a piovere copiose sull’immagine del brand di lusso, che ha fatto arrabbiare davvero tanto il mondo lgbt (acromino creato per definire lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e non solo quello. Il Circolo Mario Mieli ha riassunto in un’unica frase la posizione della collettività: “Il Colosseo Quadrato è dei romani e questo simbolo della città non diventerà mai privato”.

Il dietrofont di Fendi è prontamente arrivato, sincero o meno che fosse: “Fendi ha chiarito l’equivoco con Roma Pride autorizzando l’utilizzo di Palazzo della Civiltà italiana nella campagna, si legge in una nota congiunta di Fendi e del Circolo Mario Mieli. Chissà se basterà qualche riga a far dimenticare la brutta figura rimediata dal brand che ha dato così tanto alla moda (LEGGI ANCHE: FENDI CELEBRA 90 ANNI DI ATTIVITÀ E RIAPRE LE PORTE DEL SUO PALAZZO A ROMA) ma anche al Colosseo Quadrato (diverse le opere di ristrutturazione finanziate, che hanno ridato vita al palazzo). D’altronde lo scivolone è stato grande…

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