Lo stile bon ton è uno dei più amati, copiati e riadattati. Sviluppatosi negli anni ’40 e ’50, permane con dettagli, forme e accessori che fanno impazzire le donne che vogliono apparire eleganti e sofisticate.
Avete presente lo stile bon ton (che qualcuno chiama anche “stile Audrey Hepburn”)? È un mood evergreen fatto di capi e accessori un po’ da bambola chic-urban, un po’ da damina senza tempo. Lo stile si sviluppa a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, tra gli anni ’40 e ’50, quando si è sentita, pressante, la necessità di riguadagnare le cosiddette figure di “angelo del focolare”, donne che si erano adattate ad assumere compiti maschili mentre i mariti e fidanzati erano al fronte e che adesso dovevano tornare a essere belle e, soprattutto, femminili. Lo stile bon-ton prende e utilizza alcune nuove icone di bellezza ricercata, come Grace Kelly o Audrey Hepburn. Lo stile bon-ton non è legato a una corrente modaiola ma le attraversa tutte trasversalmente intercettando le singole istanze eleganti e sofistificate all’interno di un pattern fashion.
Capi intramontabili del genere bon ton sono ad esempio il tubino nero, il filo di perle, la camicia bianca, i fiocchi, i bottoni lavorati, gli chignon, i pantaloni capri, i mocassini, fiocchi e ruches (LEGGI ANCHE CHICCHE DI STILE: LE RUCHES), foulard dai colori pastello e scolli a barchetta. Tra gli headband, il più classico “bon ton” è il cerchietto (avete presente Blair Waldorf di Gossip Girl?).
Negli anni ’50 il bon-ton è una (contro?)reazione alla controtendenza delle new waves delle donne in jeans, camicia o con i look androgini che sarebbero poi esplosi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. In generale il bon ton segue la regola eterna del “less is more” e cerca di mantenere una certa sobrietà rispetto a qualunque eccesso sgargiante o sopra le righe: ecco perché lo stile predilige cinture sottili, scarpe non troppo alte, scollature decorose, gioielli di qualità ma non troppo vistosi e un look che dà l’impressione di trovarsi di fronte a una vera signora. Il bon ton non approva i colori troppo forti, l’intimo in rilievo, le gonne corte, i pantaloni a vita bassa, i capi aderenti, le t-shirt e i look sportivi.
I brand che incontrano maggiormente questo mood sono assolutamente Chanel, ma anche Luisa Beccaria, Luisa Spagnoli, Blumarine, Blugirl e alcuni capi di Zara, Il look bon ton, ovviamente, si abbina a una serie di comportamenti che rispecchino gli outfit: mai parlare ad alta voce, portare qualcosa a casa di qualcuno se si è invitati a cena, non effettuare telefonate in pubblico, mantenere basso o assente il volume della suoneria, non parlare in pubblico di argomenti spinosi come la politica, il sesso o la religione. Cosa ne pensate? Vi sentite delle fashion victim bon ton?
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