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L’abuso di caffè porta al declino cognitivo, quando è troppo: “Ci vuole misura”

Il caffè e il morbo di Alzheimer: uno studio rivela risultati sorprendenti su un collegamento che non fareste mai

Recenti ricerche hanno gettato luce su un aspetto sorprendente riguardante il consumo di caffè e le sue implicazioni sul declino cognitivo.

Lo studio che associa l’Alzheimer a caffè e te – velvetstyle.it

Mentre il caffè è una delle bevande più amate e consumate al mondo, uno studio ha evidenziato come un alto consumo di questa bevanda possa essere associato a manifestazioni di declino cognitivo. Al contrario, il thé sembra disegnare un quadro completamente diverso in termini di impatto sulla salute mentale.

Il caffè, con la sua ricca miscela di antiossidanti e caffeina, è spesso elogiato per i suoi potenziali benefici sulla salute, che vanno dalla riduzione del rischio di malattie cardiache alla prevenzione del diabete tipo 2. Tuttavia, lo studio in questione suggerisce che quando il consumo supera una certa soglia, potrebbe effettivamente contribuire al declino cognitivo. Questo pone importanti questioni sulle quantità consigliate e sull’effetto a lungo termine dell’assunzione elevata di caffeina.

Questo studio apre nuove prospettive sulla relazione tra dieta e funzioni cognitive ed evidenzia l’importanza della moderazione nel consumo delle nostre bevande preferite per preservare la salute mentale nel corso degli anni.

La scoperta sul tè: miglioramenti importanti sulla salute cognitiva

Dall’altra parte dello spettro troviamo il tè, una bevanda millenaria che ha accompagnato diverse culture nel corso dei secoli. I dati raccolti mostrano che circa il 47% degli intervistati consuma quattro o più tazze al giorno, mentre solo una minoranza dichiara di non berlo affatto.

Sorprendentemente, coloro che non hanno mai introdotto il tè nella loro dieta presentano tassi più elevati di declino dell’intelligenza fluida rispetto a chi ne fa un uso moderato o abbondante.

Un tè e un buon libro aiutano sicuramente la salute del tuo cervello – velvetstyle.it

Queste scoperte delineano un quadro complesso in cui non solo la quantità ma anche la tipologia della bevanda assume un ruolo cruciale nella determinazione degli effetti sulla salute cognitiva. Mentre l’eccessivo consumo di caffè sembra essere correlato negativamente con le funzioni cognitive nel tempo, il tè emerge come possibile fattore protettivo contro il deterioramento mentale.

Questi risultati invitano a riflettere sull’impatto delle nostre scelte quotidiane riguardanti alimentazione e stili di vita sul benessere mentale a lungo termine. La crescente tendenza verso consumi elevati sia di caffè sia altre sostanze stimolanti solleva interrogativi sull’influenza complessiva che queste abitudini possono avere sulla nostra salute cerebrale.

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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