TapTap, il bracciale che unisce le coppie con un tocco: l’amore diventa 2.0

Un braccialetto per sentirsi più vicini. E magari anche dirsi “ti amo“. In alfabeto morse. Nel secolo 2.0 la lontananza fisica non esiste più. Almeno: se a due innamorati basta una vibrazione sul polso a fare sentire loro il desiderio e l’affetto che provano l’uno per l’altra/o. TapTap è infatti un bracciale di plastica e silicone ipoallergenico che nel suo involucro antigraffio contiene una tecnologia wireless pensata per “trasferire un contatto tra due persone“.

Progettato dall’azienda Woodenshark, sparsa “in tutto il mondo da New York a Shenzhen, in Cina“, TapTap è l’equivalente tattile dello ‘squillino’. Se l’innamorato tocca il proprio bracciale, infatti, quello dell’altra metà della mela emette una vibrazione, creando una sorta di contatto virtuale. Ma non solo: se i ‘tocchi’ dell’amato non sono percepiti per una qualsiasi ragione, non vanno comunque persi, perché TapTap li memorizza, indicandone la presenza con un segnale luminoso.

Purtroppo – o per fortuna, dipende dai punti di vista – il progetto TapTap presentato sulla piattaforma di crowd funding Kickstarter è fallito proprio nei giorni scorsi: dei 130 mila dollari necessari a lanciare la start up, infatti, ne sono stati raccolti poco più di 107 mila. Un risultato che, però, ha fatto decidere a Woodenshark di tentare lo stesso l’avventura, provando comunque a produrre e a mettere in vendita, a partire dall’Aprile 2014, una serie di braccialetti.

La prima release manterrà i requisiti originali, per cui si tratterà di box da due TapTap ciascuno, del costo di 130 dollari, funzionanti con una App proprietaria gratuita, compatibile con i dispositivi Android e iPhone 4S e superiori dotati di Bluetooth. I bracciali avranno un’autonomia di una settimana, dopo di che dovranno essere ricaricati. Insomma, un nuovo gadget elettronico, che se da un lato nasce per azzerare le distanze fisiche, dall’altro sembra accentuarle ancora di più: perché, sinceramente, può un impulso digitale sopperire a un abbraccio, a una carezza, o anche solo al suono della voce dell’amata/o?

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