È iniziato sabato scorso – 12 giugno – Altaroma Altamoda, la kermesse di haute couture che fino al 16 giugno animerà la capitale con sfilate, concorsi ed eventi di vario genere. Ieri – 13 luglio – i protagonisti della 25edizione di Altaroma sono stati due stilisti uomini: Fabio Quaranta e Rani Zakhem. Entrambi hanno portato in passerella la loro creatività e le loro capacità artistico-culturali.
Fabio Quaranta, a Santo Spirito in Sassia, ha fatto sfilare dei modelli non professionisti facendogli indossare tanti capi diversi, ma tutti in grado di raccontare una primavera estate 2015 dall’allure retrò. Lo stilista romano ha messo in vetrina la sartorialità del Made in Italy unita alla praticità delle divise da lavoro e si è lasciato ispirare da artisti illustri quali Marcel Duchamp, Georg Harrison e William Burroughts ridando vita – nella sua collezione – alla classe operaia degli anni ’40. Abiti funzionali con tasche ampie, come quelle che servono per riporre oggetti da lavoro, contrasti giacca-camicia, pantaloni e t-shirt basic: una decisione un po’ insolita ma che, proprio per questo, ha lasciato a bocca aperta gli spettatori di Altaroma Altamoda.
Sempre nella stessa location – quella di Santo Spirito in Sassia – Rani Zakhem ha dato risalto al colore, portando in passerella una donna vestita di tessuti impalpabili e ricami sartoriali. Nella collezione di Zakhem non mancano i giochi di luce realizzati grazie alle paillettes e ai motivi geometrici in cristalli in grado di illuminare la silhouette delle ninfe che lo stilista ha scelto di raccontare in questa edizione di Altaroma Altamoda.
Mille sfaccettature dell’universo femminile, il viaggio della vita dalla gioventù alla maturità, il percorso della giornata dall’alba al tramonto raccontati in un’unica sfilata. Motivi floreali, fantasie, colori tenui e forti in un perfetto mix di eleganza, modernità, fascino, sensualità. La kermesse di haute couture romana andrà avanti fino a mercoledì dando largo spazio ad altri stilisti noti e a molti giovani emergenti.
Foto by La Presse
