A Milano in mutande sulla metro. È il No Pants Subway Ride, il flash mob della follia

Ormai è una tradizione consolidata, come scartare l’uovo a Pasqua, come mangiare il tacchino ripieno Made in Usa il giorno del ringraziamento. Da 13 anni, ormai, a New York nel mese di gennaio si rende onore al rito e alla follia. Si chiama No Pants Subway Ride il flash mob che chiama a raduno newyorkesi e turisti nei vagoni delle metropolitane. Nato a New York nel 2002, il “gioco”  si è esteso a macchia d’olio in più di 60 città in tutto il mondo: da Londra a Berlino, da Pechino a Bucarest, da Sidney a Parigi. E, alla fine, è arrivato anche in Italia.

no pants day

È successo a Milano. Orde di ragazzi si sono dati appuntamento alla fermata Piola per raggiungere Piazza Duomo. Giubbini, sciarpe, cappelli, borse: avevano tutto l’equipaggio per affrontare una fredda giornata milanese. Ma non c’era ombra di gonne e pantaloni. In mezzo agli occhi sgranati dei passeggeri della città meneghina, il gruppo ha raggiunto la destinazione. Davanti al Duomo è scattato il selfie per immortalare il lancio dei vestiti.

Ma qual è il senso del flash mob? Tra lo stupore dei viaggiatori, i ragazzi (ma, in mezzo a loro, anche qualcuno non così giovane) se ne vanno in giro in mutande e ascoltano musica negli auricolari, leggono un libro, chiacchierano tra loro. Sono tranquilli e impassibili. Il divertimento, d’altronde, sta tutto lì: ostentare una sfacciata naturalezza in una situazione al limite tra l’assurdo e l’imbarazzante. Nel No pants day è tutto normale. È normale passeggiare vestiti a metà. Non è una protesta, non c’è un messaggio subliminale. Solo la volontà, una volta all’anno, di uscire fuori dagli schemi (e dai pantaloni) in nome di uno spirito goliardico, in nome di un Take it easy. Una ragazza che ha preso parte all’evento ha raccontato che lo scopo è semplicemente “mostrare e di-mostrare che non succede niente e agire con assoluta naturalezza”!

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