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Cena-cabaret, formula vincente non solo a capodanno

In occasione delle feste comandate, come il capodanno, carnevale, compleanni, o degli incontri aziendali, riscuote molto successo la cosiddetta cena-cabaret, serata in cui si mangia in grande tranquillità ascoltando, non solo a fine pasto, uno spettacolo di cabaret “leggero” e divertente. Visto il gradimento del pubblico, sempre più esercenti propongono questa formula anche  per il classico sabato sera.

Quante volte, durante una cena, c’è chi racconta una storia, e quindi non mangia, e chi invece si limita ad ascoltare finendo il piatto che ha davanti prima degli altri? Quante altre invece, specialmente se la fame si fa sentire, domina il silenzio fino a che la sazietà rende tutti più loquaci? Per questo stanno avendo sempre più successo le cene-cabaret, ovvero serate in cui si cena in tranquillità, senza fretta, allietati da uno spettacolo di un attore comico.

Fortunatamente l’Italia è una fucina di giovani artisti che, anche in dialetto regionale, vantano un repertorio degno da programma televisivo di cabaret. Non a caso chi arriva a trasmissioni tv del livello di “Colorado” o “Zelig”, annovera nel curriculum una lunga gavetta fatta di serate in piazza, nei locali, dove il gradimento del pubblico è immediato e tangibile.

La cena-cabaret soddisfa la voglia di mangiar bene con quella di divertimento, di spettacolo, e perchè no, di musica. Ci sono comici che si avvalgono di giochi di magia, altri che si affidano a un repertorio collaudato, altri ancora che si servono delle canzoni o della vita quotidiana come spunti per le loro battute. E se riso fa buon sangue, la cena-cabaret è salutare per il corpo e per la mente.

Da Torino, patria di “Bravo-Grazie”, festival del cabaret da cui anni orsono uscì anche un talento come Luciana Littizzetto, a Bari, è tutto un fiorire di artisti che sorprendono per la freschezza e creatività. A Roma, per esempio, tra i più gettonati per la cena-cabaret c’è Oscar Biglia, che, partendo dalle sue gags sui “calvi”, che lui chiama “diversamente pettinati”, spazia tra attualità e politica, economia e società. L’ultima sua cena-cabaret al “Nanà”di Via Campo Romano, nella capitale, ha fatto registrare, come sempre, il tutto esaurito.

“La cena-cabaret è un’ottima soluzione per mangiare in compagnia e divertirsi”, spiega l’artista che nel suo curruculum colleziona partecipazioni a Zelig e Colorado. “Ci si prende del tempo per mangiare in allegria mentre si assiste a uno spettacolo che, alla fine, parla di vita quotidiana, delle magagne della nostra società. A fine serata si torna a casa con la mente sgombra e con la sensazione di aver condiviso, anche con estranei, un bel sabato sera”.

Basta con le serate “mordi e fuggi”, o quelle dove imperversano lunghe discussioni sulla politica, sul governo o sui problemi della società. Una risata salverà il mondo, diceva Charlie Chaplin. Meglio se abbinata a un buon primo e a un bicchiere di vino.

Photo Credits: Ufficio Stampa Nanà, Bruno Iacobucci

Stefania Fiorucci

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Stefania Fiorucci

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