Alzheimer, i sintomi (iniziali) che in molti non conoscono

Ci sono campanelli d’allarme da non sottovalutare quando si parla di Alzheimer, riconoscerli può essere utile nella gestione della malattia

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa, i danni maggiori vengono riportati dal cervello e sono destinati ad aumentare con il passare degli anni. Le cellule nervose vengono progressivamente distrutte con un peggioramento lento e graduale, le diagnosi tardive sono dovute soprattutto al fatto che i sintomi possono essere erroneamente imputati all’età avanzata.

La sintomatologia dell’Alzheimer può variare da persona a persona, disturbi di memoria sono di solito i primi segnali della malattia. Non solo perché anche gli aspetti cognitivi non legati ad essa potrebbero rappresentare un campanello d’allarme: fare fatica a trovare la parola giusta, capire le informazioni veicolate dalle immagini e le relazioni spaziali, oltre a evidenti difficoltà nel raziocinio e nel giudizio.

Queste sono solamente le fasi iniziali, poi la situazione tende ad aggravarsi con confusione sempre maggiore e trasformazioni comportamentali. Ci sono anche alcune patologie che contribuiscono ad accelerare il progredire della malattia come le infezioni e gli ictus ma anche alcuni medicinali possono aggravare la demenza.

Di solito ci si accorge delle prime avvisaglie attorno ai sessantacinque anni, quando sopraggiungono prima si parla di Alzheimer precoce, che può colpire anche soggetti molto più giovani – i trentenni ad esempio, nonostante sia molto più raro.

Come capire se una persona è affetta da Alzheimer?

Partiamo dal presupposto che problemi di perdita di memoria possono riguardare tantissime persone, non per forza però parliamo di Alzheimer o di altre forme di demenza. Ci sono alcuni cambiamenti che avvengono nelle nostre vite con l’avanzare dell’età che possono essere mal interpretati. Ad esempio dimenticare nomi e appuntamenti oppure non ricordare che giorno sia e perdere gli oggetti.

La differenza con la malattia però sta nel fatto che in ognuno di quei casi ci si sappia rimettere in carreggiata, recuperando successivamente le informazioni necessarie. Errori occasionali nel compilare moduli, decisioni poco ragionate e sentirsi stanchi degli obblighi legati alla famiglia o al lavoro e alla sfera sociale sono aspetti fisiologici del passare del tempo. Così come i problemi alla vista e le routine consolidate cui non riusciamo a rinunciare.

Diagnosi dell'Alzheimer
Non è raro associare problemi legati all’avanzare dell’età ai sintomi dell’Alzheimer – velvetstyle.it

Quando però questo tipo di atteggiamenti sfocia in situazioni più complicate da gestire, sia per la persona in sé che per gli altri, allora è importante ascoltare il parere di un medico. Un aiuto esperto non può che indirizzare tutti sulla strada giusta da percorrere, che sia quella di ulteriori test oppure di una visita specialistica. Oltre al fatto che potrà illustrare nel dettaglio quali siano gli step di progressione e i relativi sintomi di riferimento dell’Alzheimer.

Solo conoscendo profondamente la malattia infatti si può ricorrere alle dovute e adeguate misure di gestione della stessa. Ogni stadio dell’Alzheimer infatti presenta conseguenze visibili e ad esse corrisponde l’entità dell’aiuto da richiedere.

I tre stadi dell’Alzheimer: tutti i sintomi associati

Bisogna distinguere tre stadi della malattia: iniziale, intermedio e avanzato. Il sintomo principale che riguarda la prima sono i vuoti di memoria. Per esempio qualcuno che comincia ad accusare i primi disturbi dovuti all’Alzheimer potrebbe: dimenticare intere conversazioni o accadimenti, mal riporre gli oggetti, aver rimosso il nome dei luoghi e delle cose, far fatica a trovare le parole giuste, porre ripetutamente la stessa domanda, trovare difficoltà nel prendere decisioni e diventare meno propenso a provare esperienze nuove. A questi vanno aggiunti possibili cambiamenti nel comportamento come un’ansia diffusa, agitazione e attimi di confusione.

Conoscere l'Alzheimer per gestirlo meglio: i tre stadi della malattia
L’Alzheimer è caratterizzato da tre stadi di progressione – velvetstyle.it

Per quanto riguarda invece la seconda fase, i soggetti potrebbero già non riconoscere più i propri familiari e non ricordare i nomi dei conoscenti. Il loro disorientamento peggiora e spesso si perdono senza sapere che ora o che giorno sia – giudicare le distanze tra i luoghi è quasi impossibile a questo punto. Il comportamento diventa impulsivo e ossessivo, hanno poca fiducia nei confronti delle persone che provano ad approcciarli – sono paranoici. Hanno difficoltà nel dormire, non riescono a parlare bene e passano repentinamente da uno stato umorale all’altro – manifestando soprattutto depressione, frustrazione e agitazione, spesso anche allucinazioni. In definitiva non sono più indipendenti e hanno bisogno di un aiuto costante per continuare a vivere in sicurezza – non sono autonomi nel mangiare, vestirsi, lavarsi e andare in bagno.

L’ultimo stadio è il più grave, quello avanzato. I sintomi arrivati a questo punto potrebbero essere difficili da gestire per le persone che si prendono cura del malato. Gli stati allucinatori sono più frequenti, vanno e vengono nell’arco dell’intera giornata. I soggetti diventano violenti, sospettosi ed esigenti. Compare disfagia (difficoltà nell’alimentazione e nella deglutizione), scarsa deambulazione senza assistenza, perdita di peso – in alcuni casi sensibile – incontinenza, perdita graduale dell’abilità locutoria e disfunzioni gravi a carico della memoria a breve e a lungo termine.

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