Nuove nascite: ecco i nomi vietati in Italia. La legge parla chiaro (a cosa si va incontro)

Negli ultimi anni i nomi per i bambini hanno subito variazioni importanti, verso scelte originali ma anche bizzarre.

In realtà la scelta non è propriamente libera, come si potrebbe immaginare, ci sono delle indicazioni chiare da seguire che sono molto evidenti e hanno dei risvolti sul piano giuridico, con limitazioni importanti e soprattutto vincoli.

La libertà nella scelta dei nomi quando si tratta di bambini non è assoluta, quindi è sicuramente possibile valutare anche scelte differenti e moderne, pur rispettando comunque le indicazioni date e quindi anche quelli che sono i nomi che non possono essere attribuiti.

Nomi per bambini vietati in Italia

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione di nomi “particolari”, prima c’è stato il boom di quelli in stile americano, poi sono arrivati i nomi delle città o addirittura degli oggetti, dei Paesi, quindi i nomi in omaggio a personaggi famosi come Silvio Berlusconi.

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Quali nomi sono consentiti in Italia (velvetstyle.it)

Lo stesso è accaduto in passato con Diego Armando Maradona, Madonna, ma i casi sono veramente tantissimi. Se oggi ci siamo abituati a nomi come Chanel, in onore del brand, ce ne sono altri veramente fuori dal comune come Prima Internazionale Socialista.

In Italia c’è una legge che regola appositamente i nomi dei nascituri, c’è quindi una specificità nell’articolo 34 del Presidente della Repubblica 396/2000 che fornisce addirittura un elenco con ciò che si può e non si può fare. Un esempio molto comune è quello di chiamare il figlio come il padre, questo non si può fare e non si possono chiamare nemmeno due figli allo stesso modo a meno che non ci sia una differenza netta, ad esempio uno si chiami Giorgio e l’altro Giorgio Maria.

Non è lecito nemmeno chiamare con lo stesso nome il figlio e aggiungere il termine Junior, questo è consentito in America, non in Italia. Non è nemmeno possibile, secondo l’ordinamento, dare un nome femminile ad un bambino e viceversa. Questo vale in Italia ma può differire in altri ordinamenti dove ci sono invece delle differenze e nomi femminili sono usati nella cultura locale per maschi e nomi maschili per le femmine, un esempio molto comune è Rosario che in Italia è un nome maschile, in America e negli stati spagnoli è un nome femminile. L’unica eccezione in questo caso è il nome Andrea che è considerato ad uso maschile e femminile con un’apposita sentenza della Corte di Cassazione del 2012.

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I nomi più in voga negli ultimi anni (velvetstyle.it)

Un’altra regola che non tutti conoscono è che i nomi composti possono avere un massimo di 3 nomi singoli quindi si può chiamare un bambino Annalaura Maria ma non Annalaura Maria Angela. Ci sono divieti assoluti, non si possono impiegare nomi di dittatori come Benito Mussolini, Osama Bin Laden, Lenin, Adolf Hitler, Napoleone Bonaparte e altri. Per i nomi stranieri vige un’altra regola, va bene anche in Italia usarli a patto che questi siano comunque in linea con l’alfabeto, non si possono usare segni differenti. Questa ragione è da ricondursi all’uso del Codice fiscale che deve potersi leggere univocamente.

Altre limitazioni sono relative ai bambini di genitori sconosciuti, non possono avere un nome che in qualche modo riconduca alla loro origine, tali divieti sono imposti anche quando si adotta un piccolo in situazioni particolari dopo casi di abbandono in ospedale o simili, per tutelare la privacy del bambino stesso. Anche se i nomi di ispirazione sono stati largamente usati, in realtà è vietato dare a un bambino un nome che riproponga quello artistico di un personaggio o comunque il suo nome per intero. Volendo omaggiare Maradona, si può chiamare il bambino Diego ma non Diego Armando Maradona.

Non sono consentiti, secondo l’ordinamento italiano, anche nomi inventati che vengono ripresi da libri, serie tv o simili. Ad esempio Vegeta o Goku, oppure Laurea Palmer o Moby Dick. Anche i nomi Satana, Lucifero, Ikea e Nutella sono vietati.

Perché ci sono limitazioni per i nascituri

Il nome non è solo uno sfizio dei genitori o l’espressione di una loro passione, serve infatti a determinare l’univocità di quella persona ed è per questo che ci sono tanti divieti e una normativa molto chiara. Qualunque nome che può procurare al bambino un pregiudizio o un problema in futuro non può essere adottato, si va infatti a ledere la dignità dell’infante.

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Nomi in Italia, cosa prevede la legge (velvetstyle.it)

Nomi ridicoli, vergognosi, lesivi, sono vietati: ci sono specifiche diverse per ogni paese, quindi bisogna fare attenzione anche in base a ciò che è lecito in Europa. Tante eccezioni non sono sempre chiare o scontate, se è possibile chiamare un bambino Blu è invece vietato Giallo. I nomi come Asia, America, Europa sono accettati, i nomi di alcuni brand sono accettati ma a patto che non evochino in qualche modo direttamente un prodotto.

Laddove si scelga un nome vietato secondo la legge, al momento della verifica dello stesso, l’Ufficiale di Stato Civile notificherà l’impossibilità a procedere per i genitori. Su insistenza dei genitori andrà a redigere comunque l’atto di nascita e poi notificherà al Procuratore della Repubblica la richiesta di rettifica. Quindi sarà comunque necessario effettuare la variazione.

Ogni Paese ha le sue regole, anche in Europa non sono uguali ma a discrezione del singolo stato. Sono in generale sempre vietati nomi che in qualche modo sono ritenuti lesivi, ad esempio in Francia non è possibile chiamare un bambino Nutella ma è vietato anche il nome Enrico e Ludovico, in Germania invece nomi di genere neutro sono vietati o che richiamano oggetti oppure personalità come Adolf Hitler. In Danimarca sono invece vietati nomi come Scimmia e Pluto, in Svezia è vietato il nome Ikea oppure nomi che non hanno senso, in Islanda niente nomi con C, Q, W perché non sono presenti nell’alfabeto. Chanel è vietato in Svizzera.

Sicuramente quindi le differenze sono in primo luogo dettate da una questione culturale, però in ogni Paese sono sempre accompagnate dalla legge quindi non sono soggette a interpretazione personale ma sono obbligatorie per tutti coloro che nascono in quello Stato.

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