Bonus da 3000 € esentasse: tutte le indicazioni necessarie fornite dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha evidenziato le caratteristiche e le modalità di richiesta del nuovo bonus da 3000 euro per i contribuenti.

Un potenziamento a sostegno del reddito che si rivolge solo ad una fetta di cittadini che potranno beneficiare di questa agevolazione economica entro i termini previsti e come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella sua nota.

Sono stati diffusi ufficialmente non solo i termini di spesa ma anche la procedura per la richiesta e tutte le indicazioni per poter fare domanda direttamente.

Bonus da 3000 euro: che cos’è e a chi spetta

Il bonus da 3000 euro è indicato per i lavoratori, quindi non è aperto a tutti e si basa quindi su una condizione imprescindibile. Questo beneficio è previsto dall’articolo 3 del D.L. 18/11/2022 n.176, quindi è una misura di sostegno economico che si aggiunge alla modifica, già avvenuta, secondo cui era posto un nuovo limite di detassazione ai dipendenti, con la soglia di 600 euro.

Bonus esentasse
Bonus da 3000 euro esentasse, a chi spetta (velvetstyle.it)

È utile questa premessa perché di fatto questo beneficio è stato ideato nel 2022, quindi andando ad inserirsi in un pacchetto di misure più ampio in cui rientrano anche quelle contro il caro bollette. Il beneficio addizionale va a modificare ulteriormente la soglia di 600 euro che è stata innalzata a 3000 euro. Si parla infatti di fringe benefit ovvero di un sistema di aiuti, validato già ad agosto 2022 ed attualmente in funzione.

All’interno del documento vengono esclusi, ai fini fiscali da ciò che risulta imponibile: beni ceduti, somme erogate come sostegno al pagamento delle utenze domestiche, servizio idrico, energia e gas. Oltre ai beni e a quelli di tipo “naturale” che sono già inclusi in questa categoria come il pacco natalizio, rientrano una molteplicità di condizioni ben più ampie: benefit auto, prestiti aziendali, alloggio, premi assicurativi, autovettura, buoni benzina, buoni spesa, prestiti, polizze assicurative. Tutti questi sono elementi che possono essere implementati al proprio reddito.

Con il decreto quindi tutti questi aiuti sono resi esenti fino a 3000 euro, il lavoratore quindi può godere di questo beneficio contributivo che va a integrare di fatto il reddito.

Fringe benefit per i lavoratori: come funzionano

I fringe benefit sono bonus che vengono erogati in forma aggiuntiva ai dipendenti, quindi non sono quelli presenti già da contratto o previsti comunemente dall’azienda ma devono essere qualcosa in più, in aggiunta. Possono essere beni o servizi erogati dall’azienda per altri prodotti e possono spaziare in tantissimi settori, dall’istruzione dei figli a quelli più comuni come l’auto aziendale.

Bonus
Bonus economico, le indicazioni ufficiali (velvetstyle.it)

Tutti questi rappresentano il walfare aziendale, quindi cosa rende anche attrattiva un’azienda. Il datore non è obbligato a fornire i fringe benefit ma è a sua scelta, quindi non è qualcosa di dovuto necessariamente. I dipendenti ne possono beneficiare a patto di rientrare nella valutazione fiscale, altrimenti dovranno poi coprire la tassazione.

Il governo Meloni ha scelto di innalzare la soglia, creando una disparità netta tra coloro che hanno figli che potranno arrivare ai 3000 euro e coloro che non ne hanno che invece possono accedere a una soglia massima di 258.23 euro. Per beneficiarne è possibile concordare direttamente con il datore di lavoro la loro utilità, laddove questo ne abbia disposto l’erogazione.

Queste cifre sono valide per l’anno di imposta 2023 quindi potrebbero cambiare successivamente. I 3000 euro sono fruibili da coloro che hanno figli a carico, ovvero con reddito non superiore ai 2840.51 euro. Il limite reddituale viene innalzato fino ai 4000 euro per figli fino a 24 anni. Questi benefici quindi saranno esenti da Irpef fino a 3000 euro, superata la soglia invece non si applica la differenza ma la persona dovrà versare le tasse su tutta la cifra.

Bonus per figli a carico
Beneficio addizionale per figli a carico (velvetstyle.it)

Laddove vengano applicati dall’azienda, i lavoratori sono tenuti a fornire il codice fiscale di ciascun figlio. Questi andranno comunque sempre dichiarati per intero all’interno della dichiarazione dei redditi annuale, entro la soglia prevista oppure, laddove superata, versando la tassazione relativa.

I buoni benzina possono essere erogati per un massimo di 200 euro per ogni dipendente, i limiti quindi sono variabile per ogni azienda in modo diverso ma devono rispettare le soglie. Per i lavoratori l’innalzamento di questa soglia è molto importante perché si traduce nella distribuzione effettiva di un valore aggiunto molto importante ai fini fiscali che migliora il benessere e rappresenta un aiuto economico pratico poiché si va dai buoni pasti a contributi per la salute.

Sostanzialmente quindi non bisogna fare una vera e propria domanda ma, laddove vengano attivati, presentare al datore di lavoro i documenti utili. Una volta erogati potranno essere utilizzati dal dipendente in modo libero e autonomi, quindi senza doverne comunicare l’impiego all’azienda. Tuttavia, laddove possibile, sarà richiesta una scelta quindi tra i benefici che si possono corrispondere come carburante oppure auto, buono pasto o voucher studio. Una volta che sarà compilato il 730 annuale questi verranno detratti come aggiuntivi. È utile però assicurarsi prima e non durante che il tutto rientri nella soglia, considerando anche il reddito e l’importo percepito dai figli, laddove questi siano impiegati.

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