Perchè le serie turche hanno tutto questo successo? La spiegazione dietro a questo fenomeno virale

Le serie tv turche in Italia stanno avendo un successo senza precedenti, merito sicuramente di un filone particolare.

Ne sono tantissime, per le generazioni over ma anche per i più giovani. Sembra quasi una vera e propria moda dopo il successo delle produzioni americane, ora è tempo per la Turchia di essere il centro del palinsesto italiano. Un fenomeno interessante però che non riguarda solo l’Italia. Infatti, anche se la notizia non è molto diffusa, la Turchia rappresenta il secondo Paese dopo gli Stati Uniti per esportazione di serie tv.

Come Sorelle, Bitter Sweet, Daydreamer, Love is in the air e molte altre che sono terminate, che devono arrivare. Talvolta queste sembrano avere un filone comune, la storia si ripete ed è anche abbastanza semplice. Il buono che lotta con il cattivo, sembrano – ma non sono – telenovelas e soap opera ma si distaccano da ambo i lati.

Serie tv turche: perché hanno successo in tutto il mondo

In Italia sono Mediaset, Fox e anche su Netflix e hanno un nome particolare, sono le Dizi. Questa è la tradizione di serie televisive con un’etichetta breve in turco che aiuta a riconoscerle. Sono 150 almeno quelle visibili in tutti i Paesi ogni anno, oltre 100 diverse destinazioni nel mondo, un giro d’affari da milioni di dollari che arriverà al miliardo per quest’anno.

Successo serie turche
Perché le serie turche sono diffuse in tutto il mondo/Foto Ansa (velvetstyle.it)

Ma qual è il punto? Perché queste serie sono così di successo? Dopotutto la trama per quanto carina per il pubblico a casa non fa faville, non ha uno scenario narrativo che si discosta dalle altre o emerge per qualcosa di particolare, quindi non è chiaro il nesso. Invece c’è, eccome, e riguarda l’aspetto economico. Le serie americane sono di tendenza ma costano tantissimo, le serie tv turche semplicemente sono di grande convenienza. Una puntata di una serie turca ha un budget di 300 mila dollari, una americana ne costa 7 milioni. Questo vuol dire che, più costano, più vengono vendute a prezzi elevati.

Per il Paese è una sorta di privilegio vendere i prodotti, un modo per esportare la cultura e l’influenza locale, la Turchia acquista spazi sempre con maggiore intensità in Paesi dove il modello occidentale è sempre stato dominante. Viene chiamato soft power, ed è una linea molto valida perché non è un’imposizione netta e cruda, ma è un’insinuazione progressiva nel tessuto sociale.

Sicuramente in tutto questo Can Yaman ha avuto un’impronta netta. Dopotutto in Italia ha ricevuto un boom senza precedenti, le serie in cui ha recitato, molto votate al melodramma, hanno fatto colpo. Sono di fatto molto vicine a quelle spagnole per tipologia e formazione, inoltre vista anche la sua presenza scenica non è stato affatto difficile conquistare il pubblico a casa. Molti pensano che le serie turche siano di tipo B perché vanno a ripescare elementi come famiglia, amori, incontri derivanti da sistemi che già funzionano come fiction, soap, telenovelas. In realtà sono semplicemente l’equivalente di queste, molto simili, facili da vedere, basate su una serialità semplice e che funziona.

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