Lo spettacolo dell’aurora boreale in Italia: come fare a sapere se e quando potremo rivederla

Dopo i recenti avvistamenti, molte persone si sono chieste come capire quando avverrà la prossima aurora visibile dall’Italia.

Negli ultimi giorni giornali e social network sono stati invasi dalle foto dell’aurora boreale che la notte del 5 novembre si è vista da molte zone d’Italia. È stato un avvistamento che ha avuto una grande risonanza mediatica, perché le aurore boreali sono tra gli eventi atmosferici più affascinanti ed è molto raro vederle alle nostre latitudini.

Gli esperti hanno avvisato che nei prossimi mesi si potrebbe assistere di nuovo ad avvistamenti del genere sui nostri cieli. Sebbene questa sia una buona notizia per tutti i “cacciatori di aurore boreali”, sembra però che prevedere in anticipo quando saranno visibili non sia così facile.

Una previsione difficile, ma non impossibile

La scienza spiega che gli affascinanti colori dell’aurora boreale sono il risultato dell’interazione tra le particelle emesse dal sole (elettroni e protoni) e i gas presenti nell’atmosfera terrestre, principalmente ossigeno e azoto. La collisione tra questi elementi rilascia energia sotto forma di luce, creando le splendide colorazioni che vanno dal verde, al rosa, al viola.

Generalmente, le aurore boreali sono visibili al Polo Nord e, al massimo, da luoghi come i paesi scandinavi o il Canada settentrionale. Già dallo scorso inverno, però, hanno cominciato a spostarsi verso sud, con avvistamenti in Inghilterra, Germania e Polonia. Questi avvistamenti avvengono grazie a un insieme di diversi fattori.

si è vista l'aurora boreale dalle dolomiti e dalla toscana
L’aurora boreale è stata osservata da diversi punti della nazione, dalle Dolomiti alla Toscana (Foto Facebook Osservatorio Astronomico Università di Siena) – velvetstyle.it

Le luci dell’aurora boreale risentono infatti dell’attività del sole, che ogni 11 anni cambia il suo campo magnetico. Nel 2025 si raggiungerà il picco di questa situazione, con una fase che viene definita “massimo solare”. In questo periodo, l’attività del sole sarà più intensa e le aurore saranno visibili anche in località dove normalmente non si vedono.

Gli esperti di Focus spiegano che l’intensità delle tempeste solari si valuta con l’unità di misura Kp. La tempesta che ha dato vita all’aurora del 5 novembre aveva un indice Kp tra 6 e 7. Per provare a prevedere le prossime aurore, quindi, si possono consultare frequentemente le previsioni dell’attività solare, fornite da molti istituti di ricerca e consultabili con una semplice ricerca su Google.

Questo, però, non sempre sarà sufficiente. Anche se l’attività solare sarà intensa, ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. L’aurora del 5 novembre è stata visibile perché l’interazione tra le particelle è avvenuta a una quota molto più alta del normale, risultando visibile da molti più punti del pianeta. Questa variabile è molto più difficile da prevedere, quindi gli appassionati dovranno anche sperare in un po’ di fortuna.

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