D&G non ci stanno: “Quattrocento milioni di multa? Chiudiamo”

Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, dopo la querelle con il Comune di Milano e la serrata di tre giorni delle boutique, si pronunciano sulla questione legata al fisco annunciando di non poter sostenere una eventuale condanna. Del resto loro non hanno nessuna intenzione di essere “bollati” come evasori e, sebbene già in passato avessero più volte sostenuto la loro innocenza, hanno voluto ribadire ancora una volta il concetto rilasciando un’intervista al Corriere della Sera.

“Noi siamo delle persone perbene. Viviamo in Italia, paghiamo le tasse in Italia, non facciamo finta di vivere all’estero – hanno detto al giornalista Gian Antonio Stella – Noi sappiamo fare vestiti. Vogliamo fare vestiti. E invece siamo stati tirati in mezzo in una storia complicatissima di commi e codicilli”.

Infatti, secondo il fisco il marchio D&G vale molto più dei 360 milioni dichiarati ed esattamente ben 1.190 milioni (poi ribassati a 730). “Un miliardo? – dice Gabbanama chi l’ha visto mai un miliardo! È chiaro che a distanza di anni, dopo che eravamo ulteriormente cresciuti, ci hanno sopravvalutato”. Inoltre, nel caso in cui venisse confermata la condanna a 400 milioni di multa gli stilisti fanno sapere di non essere in grado di resistere, aggiungendo: “Se ci meritassimo la condanna, niente da dire. Ma non la meritiamo”.

In merito poi alla polemica sviluppatasi su Twitter, Stefano Gabbana ha poi precisato: “Per quanto te ne freghi, sono cose che ti feriscono se sei uno che ha sempre pagato le tasse. Così, quando quell’assessore ha detto che non avrebbe concesso spazi “a degli evasori” mi è venuto di getto di twittare: fate schifo. Chi se l’immaginava che venisse fuori tutto quel casino?”.

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