Vedi Napoli e poi mangi: cosa vedere e assaggiare in città in tre giorni

La città partenopea incanta e sorprende sempre di più i turisti che ogni anno la scelgono come meta. Un luogo assolutamente magico.

Secoli e secoli di tradizione per una città che anno dopo anno, come se tutto ogni volta, fosse scoperto nuovamente, è capace di farsi amare e apprezzare come poche altre al mondo. Quando si parla di Napoli, in un modo o nell’altro il discorso tende ad infiammarsi. Città incantevole, meravigliosa, unica, ma spesso, troppo spesso vittima di quei suoi stessi tratti.

Visitare Napoli, qualcosa che ogni anno riguarda centinaia di migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, non è di certo una impresa semplice, anzi. Troppe tappe, troppi luoghi di interesse praticamente impossibili da incrociare in pochi giorni. E poi c’è la tradizione, culinaria, per esempio, una tra le tante. Questo, un altro elemento assolutamente impossibile da evitare e da conoscere in una volta sola in tutta la sua piacevole complessità e vastità.

Vedi Napoli e poi mangi: la piccola guida per provare ad ottimizzare la tua visita

Possono bastare tre giorni per visitare Napoli e ad avere in un modo o nell’altro un ricordo della città più che mai indelebile? In un certo senso sì, anche perché secondo molti potrebbero bastare poche ore per portare la città sempre dentro di sé. Vedi Napoli e poi mangi, insomma, il titolo perfetto per una piccola guida più che mai completa della città.

Millenni di storia, di cultura e tradizioni che passano tra una piazza e l’altra. Chiese, piazze, musei, luoghi di interesse spesso unici al mondo capaci di lasciare a bocca aperta qualsiasi turista. Una città unica, insomma, un posto magico dalle mille sfaccettature che può rapire e appassionare.

Tre giorni a Napoli per godere di una città unica e di una serie di emozioni e sensazioni, anche per quel che riguarda il gusto, difficili da trovare altrove. Un percorso che passo dopo passo accompagnerà il turista del caso in un viaggio meraviglioso e assolutamente indimenticabile.

Mangiare a Napoli: giorno 1

Il primo giorno di visita, considerando un itinerario più che mai studiato nei minimi dettagli potrebbe prevedere una visita ben strutturata nel centro storico della città. Immergersi tra i colori e i profumi della Pignasecca, passando per Piazza del Gesù, il Monastero di Santa Chiara e Piazza San Domenico Maggiore.

Vicoletti Napoli
Primo giorno di viaggio: il centro storico di Napoli – velvetstyle.it

Quando si parla di Pignasecca, forse il principale mercato culinario della città, non si può non considerare l’ipotesi street food. Tornando al centro storico, in quel caso specifico parliamo della cosiddetta Spaccanapoli, una serie di strade una dopo l’altra che formano una sorta di unica arteria attraverso tutto il centro antico.

Su questa stessa lunga arteria è possibile poi visitare San Gregorio Armeno, la famosissima strada dei presepi, luogo in cui sorgono decine di botteghe artigianali famose in tutto il mondo. In quella direzione è possibile inoltre incrociare il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore. Da non perdere, inoltre, lungo la stessa strada, uno degli accessi alla Napoli sotterranea.

Altro luogo imperdibile, proseguendo dal lato opposto verso via Duomo, è per l’appunto il Duomo di San Gennaro con l’imperdibile tesoro e la cripta del santo patrono della città. A questo punto giusto dedicarsi anche all’arte culinaria cittadina. Via Tribunali, per esempio è un vero e proprio paradiso di piccole pizzerie in cui poter provare la vera pizza napoletana.

Occhio all’impasto

La caratteristica principale della pizza napoletana è tutta nel pochissimo spessore, per cosi dire, dell’impasto. La pizza grande quanto il piatto e anche di più, per intenderci. La pizza, per essere buona, dev’essere leggera. L’impasto non deve risultare pesante. Piccolo suggerimento: quando si finisce la pizza, chiedersi se si fosse capaci di mangiarne un’altra. Se la risposta dovesse essere affermativa, allora sì: quella appena mangiata era una buonissima pizza.

Specialità napoletana
La vera pizza napoletana: come deve essere l’impasto – velvetstyle.it

Altro luogo magico è rappresentato dalla vicina Via Toledo con i caratteristici vicoletti dei Quartieri Spagnoli pieni zeppi di trattorie dove è possibile assaggiare la vera cucina napoletana.

Tappa quasi obbligata, da quelle parti è la trattoria Nennella. Per gli amanti invece del Baccalà, da non perdere è la Baccaleria. A questo punto meglio riposarsi per riprendere al meglio la seconda giornata di visite, per provare a prendere quanto più possibile dalla città dei sogni.

Verso il mare: giorno 2

Una seconda ipotetica giornata nella splendida cornice napoletana non può che comprendere il lato mare, per intenderci. Meraviglie assoluta come il Castel dell’Ovo, il lungomare Caracciolo, Via Partenope, la Villa Comunale cittadina e il tratto incantevole di Mergellina.

castel dell'ovo mare napoli
Castel dell’Ovo di Napoli, visto dal lungomare Caracciolo – velvetstyle.it

Dal centro storico, insomma, dalla parte più che mai considerata il cuore della città, con Spaccanapoli e i vicoletti pittoreschi si passa alla costa con i meravigliosi ristoranti sul mare e alcune particolarissime aree dalle quali è possibile godere di un panorama davvero mozzafiato.

Altra imperdibile tappa è rappresentata dalla zona di Posillipo, dove poi magari poter arrivare al meraviglioso Parco Virginliano, completamente affacciato sul mare e sull’isolotto di Nisida. Per completare la giornata potrebbe esserci infine una visita alle strade dello shopping. Via Chiaia, Via Calabritto, Via dei Mille e Via Filangieri.

Il salotto di Napoli: il Vomero. Giorno 3

Il terzo giorno di questo speciale itinerario di viaggio prevede tutt’altra tipologia di percorso, direzione area collinare, quartiere Vomero. Le strade dello shopping, anche in questo caso che conducano fino in cima alla Certosa di San Martino, da dove è possibile scorgere la vista della città, tutta dall’alto.

Parliamo di uno dei punti più alti in assoluto della città. Il relativo museo, conserva inoltre tele di assoluto rilievo del XV e XVI secolo, oltre a innumerevoli sculture. Anche al Vomero la possibilità di assaggiare la cucina locale non manca di certo, con qualche variante in più però. Pizzerie gourmet, ristoranti più che mai ricercati e pub davvero originali.

Città dai mille intrecci insomma, culturali e non solo. Chiaramente dopo una discussione più che mai elaborato in merito alla cucina locale non può di certo mancare una altrettanto accurata riflessione sulla pasticceria partenopea.

La pasticceria napoletana

Così come accennato non può di certo mancare una più che mai attenta valutazione e successiva scoperta di quelle che sono le prelibatezze della pasticceria locale. Sfogliatelle ricce, frolle, babà, bignè di ogni forma e dimensione con creme altrettanto variegate e più che mai appartenenti alla stessa tradizione cittadina.

Pasticceria napoletana
Il dolce in città: non si può rinunciare alla sfogliatella – velvetstyle.it

Il mito della sfogliatella, insomma, frolla o riccia, le specialità della città partenopea tutte racchiuse in una serie di ricette assolutamente imperdibili. La pasticceria Carraturo, in zona Porta Nolana, o magari l’altrettanto celebre Pintauro a Via Toledo, o Scaturchio nel centro storico, Attanasio a Piazza Garibaldi, possono assicurare sotto ogni punto di vista il meglio della tradizione napoletana per quel che riguarda la pasticceria.

Un itinerario lungo tre giorni insomma, che consente di percorrere in lungo e in largo la città, tra meraviglie senza tempo e momenti di assoluto relax tra shopping e momenti di intenso “gusto”. L’aspetto culinario, conta, oggi più che mai. Una città incantevole, meravigliosa, che vale la pena vivere e dalla quale è doveroso farsi attraversare.

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